Sono attualmente in corso importanti interventi sulla Pubblica Amministrazione: essi sono la legge Madia 124/2015, il Programma di Revisione della Spesa, la ristrutturazione del sistema di valutazione, la Programmazione Europea, la riconfigurazione della Formazione Pubblica e molto altro.

Sarebbe possibile ora creare un “programma cornice” che faccia convergere interventi normativi, tecnologici, allocativi trasversali con interventi riorganizzativi su singole organizzazioni i quali suscitino partecipazione e progettualità da parte dei dirigenti e funzionari della PA: se non ora quando?

 

La proposta di un Programma Nazionale di Change Management Strutturale

 La proposta della Fondazione Irso è quella di attivare un Programma Nazionale di Change Management Strutturale coordinato centralmente e sviluppato localmente dalle singole Amministrazioni che attivi e guidi uno sforzo di riorganizzazione delle singole Amministrazioni o parte di esse a migliorare modelli di servizio, processi operativi, organizzazione reale, ruoli agiti, comunità di pratiche e teams, comportamenti organizzativi, cultura organizzativa, formazione, ottenendo risultati tangibili e modificando i paradigmi organizzativi e culturali.

Questo programma può beneficiare delle molte esperienze già attivate in Italia nel tempo e recentemente (riorganizzazione delle Agenzie Fiscali, riorganizzazione del sistema della Pubblica Istruzione, Progetto Cantieri del DFP, Progetto Best Practice della Giustizia, Progetto Brunelleschi per i Beni Culturali, spending review in enti locali e regioni e molti altri) e di programmi di altri paesi (come quello di Reinventing Government in USA guidato da Clinton e Gore che attivò programmi legislativi, finanziari, tecnologici e trasversali e cantieri bottom up nelle singole amministrazioni; come il programma di Spending Review in UK che attivò un numero di Public Service Agreements fra l’Unità Centrale e le singole Amministrazioni).

In Italia un progetto con una simile ispirazione era stato proposto in uno studio commissionato dal Ministro della Pubblica Amministrazione (Butera e Dente, Change management delle Pubbliche Amministrazioni: una proposta, Franco Angeli, 2009) ma non è stato mai avviato su scala nazionale. Esso proponeva di combinare progetti trasversali a tutte le Pubbliche Amministrazioni e progetti sulle singole Amministrazioni. Oggi il Governo ha lanciato molti progetti trasversali e sono in corso numerosi programmi di cambiamento in singole PA: forse è il momento di legare e potenziare questi percorsi.

 

Programmi trasversali

I principali programmi trasversali in corso in Italia oggi sono

  1. modifiche normative introdotte dalla legge 124 che riguardano l’introduzione del ruolo unico della dirigenza, la previsione di un testo unico per il pubblico impiego, la carta della cittadinanza digitale, la “razionalizzazione” degli uffici periferici del Governo e molto altro
  2. macro-ristrutturazioni precedenti e nuove come abolizione delle Provincie, creazione delle Città Metropolitane, la nascita di una unica scuola nazionale dell’Amministrazione, riorganizzazione del sistema delle autorità indipendenti, assorbimento del Corpo Forestale, accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione Civile, riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio e riduzione delle Prefetture, accorpamento delle sovrintendenze del MIBACT e avvio dei nuovi Poli Museali, razionalizzazione delle autorità portuali, riduzione delle aziende municipalizzate, e molto altro;
  3. programma di Revisione della Spesa affidata al Commissario Straordinario con la funzione di fissare obiettivi che vengono proposti alle Amministrazioni Centrali e territoriali per ottenere risultati che incidano sulle dimensioni macroeconomiche e sociali e sulle emergenze del Paese;
  4. nuovo public procurement basato sul potenziamento della Consip e su 35 centrali di acquisto locali, prevendendo fenomeni corruttivi, orientando le forniture sui risultati delle PA e non sulla compliance ai dettati di gara elaborati spesso da una assistenza tecnica non neutrale; superando la dipendenza della PA dall’oligopolio delle multinazionali della tecnologia e dei servizi; valorizzando il contributo delle PMI, start-up, piccole medie imprese di tecnologia;
  5. agenda digitale: creazione di infrastrutture, piani di revisione dei processi preliminari alla digitalizzazione, dematerializzazione, e altro.

 

Riorganizzazioni promosse centralmente e realizzate localmente

I programmi sviluppati dalle singole Amministrazioni che potrebbero rafforzare e consolidare i risultati dei programmi trasversali riguardano

  1. realizzazione organizzativa delle macro-ristrutturazioni (per es le citate la Scuola unificata della Pubblica Amministrazione, la fusione fra Aci e PRA, l’incorporazione del Corpo Forestale dello Stato etc)
  2. attuazioni organizzative delle azioni indicate dal Programma di Revisione della Spesa (per es revisione delle spese sanitarie)
  3. progetti di riorganizzazione e di miglioramento organizzativo di Enti anche non ristrutturati fra cui
  • progetti europei di diffusione di best practice e di miglioramento della capacità amministrativa (per es Giustizia, Beni Culturali)
  • progetti di miglioramento organizzativo legati alle nuove forme di valutazione dei dirigenti
  • eventuali progetti di riorganizzazione derivanti da programmi di Public Service Agreements e City Deals o simili

4. programmi di formazione.

 

Un possibile programma di cambiamento promosso centralmente e realizzato localmente

Progetti di cambiamento come questi potrebbero essere incentivati da una unità centrale e con essa negoziata dalle singole Amministrazioni che li realizzano con l’assunzione di responsabilità della Dirigenza e con la costituzione di Comitati Guida e Gruppi di progetto.

Tali progetti potrebbero avere per oggetto uno o più delle seguenti dimensioni organizzative

  • ridisegno dei servizi coerenti con le effettive esigenze delle Amministrazioni e dei cittadini
  • eliminazione delle attività non funzionali all’erogazione del servizio o non strategiche
  • esternalizzazione di attività non strategiche/inefficienti, di attività di supporto
  • incremento della flessibilità per fronteggiare picchi e cali di domanda o variazione del mix.
  • miglioramento e ridisegno dei processi per ridurre i costi esterni ed interni, attuando percorsi di semplificazione ed informatizzazione delle procedure interne, miglior utilizzo delle risorse
  • sviluppo di organizzazione del lavoro basata su cooperazione, condivisione delle conoscenza, comunicazione estesa, sviluppo di comunità di pratiche
  • ridisegno dei ruoli e delle professioni
  • smart working
  • formazione dei manager e dei funzionari

 

Governance

Un simile programma, in sintonia con i programmi trasversali in atto, dovrebbe essere lanciato dai più alti livelli di responsabilità politica e direzionale. Per rappresentare una delle molte forme con cui potrebbe essere strutturata la governance di un simile progetto ci azzardiamo a formularne una.

Il progetto potrebbe essere lanciato e monitorato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Pubblica Amministrazione assistiti da un Council of Economic Advisors, come in USA, di concerto con i Ministri principalmente interessati.

La realizzazione del programma potrebbe essere affidata ad una Policy Unit o a una Unità di Missione coordinata dal Commissario alla Revisione della Spesa, dal Direttore di Dipartimento della Funzione Pubblica e dal Direttore della Consip e composta dai Direttori Generali delle Amministrazioni che parteciperanno al programma. Il programma potrebbe essere supportato da un’Unità di Ricerca e Implementazione costituita da esperti di chiara fama.

Potrebbero essere costituiti da parte dei vertici delle singole Amministrazioni Gruppi di Progetto che dovrebbero

  • in un mese dal loro insediamento presentare piani specifici strumentati e credibili
  • avviare programmi di formazione e change management
  • proporre a tre mesi soluzioni e proposte rapidamente attuabili (quick wins)
  • in un anno portare risultati tangibili e non marginali
  • in tre anni conseguire risultati che, tutti insieme, possa incidere sul bilancio dello Stato, sullo sviluppo economico e sulla occupazione.
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